Il mio nome è Leiko Wu e sono quello che, di solito, viene chiamato Agente Segreto. Lavoro per il Secret Intelligence Service, chiamato anche MI6, il Servizio di Spionaggio Estero della Gran Bretagna. Il mio compito consiste nel tentare di proteggere il Regno Unito da minacce esterne e cercare di neutralizzarle. Il che è buffo, perché io non sono nemmeno inglese, in fondo. Certo, sono nata cittadina britannica, nell’allora Colonia di Hong Kong, ma mio padre era cinese e mia madre giapponese; se vogliamo essere puntigliosi, devo ammettere, però, che mia nonna paterna era una testarda scozzese che, in barba a tutte le convenzioni della sua epoca, sposò un cinese. Forse ho preso molto da lei, il gusto di essere indipendente ed anticonformista, ad esempio, ma sto divagando ed è il caso che mi concentri di più su quanto sta accadendo. Il mio compagno si chiama Clive Reston ed è uno dei migliori agenti che la Compagnia possa avere, ma è meglio non dirglielo, potrebbe crederci.

            A quanto pare, ora è davvero preoccupato. Siamo venuti nel Rhapastan, uno staterello del Golfo Persico scosso da venti di guerra civile, per cercare un noto mercante di armi e droga: Carlton Velcro, ma ha continuato ad eluderci. In compenso Clive ha appena saputo da Londra, cos’è che ha venduto ai terroristi:

-Pensa all’11 settembre…- mi ha detto -…moltiplicalo al cubo ed avrai una vaga idea di ciò che può succedere. È l’arma forse più pericolosa del mondo ed è nelle mani di un fanatico che non esiterà ad usarla, a meno che noi non riusciamo a trovarlo e fermarla.-

-E se fallissimo?- chiedo retoricamente, ma non senza preoccupazione.

-Allora sarà semplicemente l’Inferno.- risponde Clive.

 

 

 

(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 31

 

SERVIZI MOLTO SEGRETI

 

(PARTE TERZA)

 

 

VIVI  E LASCIA MORIRE

 

 

1.

 

 

            Il mio nome è Shang Chi, nella mia lingua madre significa: “Lo Spirito che avanza” ed è quello che ho fatto per tutta la mia vita: avanzare sul sentiero della conoscenza. Quando compii 19 anni, l’uomo che mi aveva dato la vita, l’uomo che consideravo superiore ad ogni altro, mi chiese di compiere un’azione malvagia ed io scelsi di obbedirgli perché egli era mio padre ed era la saggezza incarnata, non poteva sbagliare. In quell’occasione incontrai un uomo; non era come mio padre, era vecchio, stanco, ma spinto da una forza interiore, potente come poche. Mi costrinse a guardare la realtà oltre il velo che mi era stato messo dinanzi agli occhi, a vedere le azioni di mio padre per quello che erano, a capire che la mia vita era stata vissuta nella menzogna.[1] Da allora il mio spirito ha continuato ad avanzare ed ho imparato che l’ideale di perfezione di mio padre è solo un illusione. Negli esseri umani bene e male convivono e la scelta che facciamo tra l’uno e l’altro non può esserci sottratta dal capriccio di coloro che pretendono di sapere cos’è il meglio.

            Avevo sperato di lasciarmi alle spalle la violenza, ma mio padre da un lato ed i doveri che sento di avere verso coloro che ho chiamato amici, mi spingono verso sentieri che non avrei mai voluto percorrere. In questo caso, la curiosità di scoprire chi ha attentato più volte alla vita di Clive Reston ha portato me e Black Jack Tarr nell’isola di Mordillo, solo per essere accolti dal suo assistente Brynocki in una folle corsa sopra un trenino in stile cartone animato che ci porta verso una costruzione fatta in modo da imitare la forma di uno scarpone.

-Spero che non troveremo una vecchina la dentro.- borbotta Tarr.

-Cosa?- chiedo io stupito.

-Lascia perdere Cinesino.- ribatte Tarr –Non pretendo che tu conosca le fiabe occidentali.-

            Brynocki arresta il treno.

-Scarpone.- urla –Cinque minuti di sosta e si riprende per la casetta di marzapane.-

            Salta giù, sostituendo il berretto da conduttore con un cilindro

-Lorsignori sono attesi… se volete seguirmi?-

            Apre la porta d’ingresso della scarpa e c’invita ad entrare. Io e Tarr ci scambiamo uno sguardo perplesso.

-Andiamo.- decide il vecchio guerriero –Cos’abbiamo da perdere?-

            Ragionamento bizzarro, forse, ma esatto, dopotutto, Entriamo in una stanza completamente vuota.

-E adesso?- esclama Tarr.

            In quel momento, il pavimento sotto i nostri piedi si spalanca e noi siamo inghiottiti finendo in uno… scivolo?

 

            La Fortezza di Honan in Cina. È il solo nome con cui è conosciuta, per quanto la provincia di Honan possa essere vasta, nessuno ha alcun dubbio su quale sia il luogo di cui si parla. La Fortezza… solo pochi coraggiosi hanno osato violarla ed ancora meno ne sono usciti vivi. Qui l’immortale Fu Manchu tesse le sue tele, i piani per riforgiare il mondo a sua immagine e somiglianza. Proprio ora sta sorvegliando il procedere di un altro dei suoi schemi, il frutto di un’attenta pianificazione. È in atto una guerra civile nel suo complesso impero, sua figlia Fah Lo Suee è determinata a diventarne la padrona incontrastata ed anch’essa tesse le sue ingarbugliate tele di morte  e d’inganni. Nella complessa partita che padre e figlia giocano tutti sono pezzi inconsapevoli da muovere con precisione sulla scacchiera ed il pezzo più importante di tutti è Shang Chi, il figlio ribelle.

-Ah figlio mio…- commenta il Dottore del Diavolo -… hai scelto di opporti a me, ma non sfuggirai al tuo destino, infine sarai il,mio carnefice o l’artefice della mia visione.-

-Mio sire… perdona se oso disturbarti.- interviene una voce femminile.

-Cosa c’è fedele Imei?-

-Non credo di capire cosa stai facendo. Perché questo complesso gioco con quegli agenti inglesi? Perché non eliminarli semplicemente? Sono tuoi nemici dopotutto.-

            Fu Manchu sorride:

-Perché mi diverte, ho avuto pochi avversari alla mia altezza e degni quanto Sir Denis Nayland Smith. Ci siamo combattuti per oltre novant’anni e lui ha sempre combattuto valorosamente, anche se è sempre stato chiaro che, per quante scaramucce possa lui vincere, la vittoria finale sarà mia alla fine. Lui ed i suoi alleati meritano rispetto.- Fu Manchu si rilassa sui suoi cuscini di piume, poi riprende a parlare. –Ho avuto sfortuna con i miei figli, essi si sono opposti a me: la prima per soppiantarmi, il secondo per distruggermi in nome di ideali che considera più elevati. Presto la carne ed il sangue di Fu Manchu combatterà una lotta per il predominio, ma, alla fine, io solo sarò il vincitore.-          

            Con lentezza posa il pezzo sulla scacchiera, la statuetta di Shang Chi sembra rivolgergli uno sguardo di sfida.

 

 

2.

 

 

            Ivan Ivanovitch Petrovitch sorseggia il suo caffè nero bollente e sopporta lo sguardo di disapprovazione della governante Maria Santos quando lo corregge con la vodka, sogghigna, alza la tazza ed esce. Brava donna, Maria, a volte è un po’ troppo rigida, ma ormai  fa parte della famiglia, della sola cosa più vicina ad una famiglia che Natasha abbia mai avuto negli ultimi anni. Dove sarà adesso la sua piccola zarina? A giocare a fare la supereroina con un uomo da cui dovrebbe star lontana?  No è ingiusto con Murdock, lui non ha colpa del disagio di Natasha; il punto è che Devil e la Vedova Nera possono anche essere una coppia, ma Matt Murdock e Natalia Alianovna Romanova sono troppo diversi tra loro e certe cose non si rimediano a letto. E come si inquadra Paladin in tutto questo? A Malincuore, Ivan deve ammettere che, per la prima volta da tanto tempo, Natasha ha incontrato un uomo che potrebbe essere alla sua altezza, ma la sua ansia di voler essere sempre indipendente potrebbe rivelarsi controproducente. Ivan scuote la testa, lui non può farci nulla purtroppo.

            Seduto in poltrona accende la TV, guarderà i notiziari serali e poi una bella videocassetta: Bogart o Wayne, deve ancora decidere…

<<… il colpo di scena di oggi al Tribunale Federale di New York quando il noto Avvocato Matt Murdock si è presentato come difensore di due arabi accusati dell’attentato al Radio City Music Hall. Secondo certe affidabili indiscrezioni, Murdock lavorerà al caso come Difensore Gratuito….>>

-Una cosa orribile…- è la voce di Maria alle sue spalle -…crede che siano stati loro Seńor  Ivan? Quel Murdock è sembra un uomo per bene, ho sentito che aiuta la gente in difficoltà, forse quei due non sono colpevoli.-

-Forse,- risponde Ivan. La sua mente torna ad alcuni anni prima, a Natasha accusata di omicidio e ai media e la pubblica opinione pronti a crederci, non per le prove, ma perché lei era una straniera, una nemica.[2] Fu allora che conobbe Murdock e lui l’aiutò con ogni mezzo possibile. Forse per quei due tizi è la stessa cosa, forse la loro vera colpa è non essere americani, forse sono solo vittime della paranoia collettiva.

<<… è stata annunciata dalla News Service Corporation la partenza del nuovo canale di informazione 24 ore su 24, si chiamerà W.W.N. WorldWide News ed opèrerà sulle frequenze…>>

            Un’altra delle imprese di Harold Howard, un uomo che rappresenta una ferita aperta nel cuore di Natasha. Lei non ne parla mai, ma Ivan sa come si sente ed anche se vorrebbe avere davanti a se il magnate per rompergli la faccia, sa bene che non risolverebbe niente e non farebbe del bene al ragazzo. Natasha non ne parla mai, ma Ivan immagina cosa deve aver provato quando l’ha incontrato. Soppressione delle emozioni ecco una cosa in cui Natasha è bravissima.

 

            L’uomo è sospeso oltre l’orlo del tetto. Non pensava che una donna così magra potesse essere tanto forte, eppure lo sta sostenendo per il, colletto.

-Lo sai in cosa sono veramente brava Josè?- dice, con tono sprezzante la voce di lei

            Lui scuote la testa terrorizzato, mentre lei continua:

-Ad uccidere. Sono la migliore killer mercenaria sulla piazza  quando assumo un incarico lo porto sempre a termine.

-Puta, se mi fai del male i miei uomini te materan, ti ammazzerano!-

-Tremo tutta dalla paura.- risponde la donna –Troppo per riuscire a tenerti… è stato bello finché è durata, ma è durata anche troppo per i miei gusti, sai?-

Così dicendo, molla la presa e l’uomo piomba verso il suolo sfracellandosi sul selciato sottostante. Elektra Niatchos lo osserva cadere senza mostrare emozione, Josè Silvera, trafficante, nessuno sentirà la mancanza di un verme come lui, men che meno coloro che erano disposti a pagare una taglia sulla sua testa. Magari qualche drogato starà male domani, quando la roba di Josè non raggiungerà il mercato, ma è il prezzo aggiuntivo che deve pagare per il suo vizio. Quanto a lei, ha altre cose a cui pensare.

 

            Non c’è luce nell’ufficio, l’uomo che vi si trova non ne ha bisogno, le sue dita si muovono veloci, sfogliando rapidamente un denso fascicolo. Se si vedesse la sua espressione, la si troverebbe corrucciata. All’improvviso si ferma, alza la testa e sembra proprio che stia annusando l’aria, poi dice semplicemente:

-Cosa ti porta qui Natasha?-

            La silhouette di una donna si disegna sulla finestra illuminata dalla luna, poi la donna si muove, con la grazia sinuosa di una ballerina od un’indossatrice sul palco, accoppiata a quella di un felino pronto a balzare sulla preda.

-Sapevo di non poterti trarre in inganno Matt.- replica.

Con disinvoltura la Vedova Nera si siede sul bordo della scrivania ed accende la lampada da tavolo, illuminando al figura di un uomo dai capelli rossi, con gli occhi azzurri stranamente fissi, beh, forse non così stranamente, se si pensa che è cieco.

-Lavori sino a tardi, vedo.- continua la Vedova –Ti ci vuole una pausa. Una cenetta da qualche parte o qualche salto fra i tetti? Per il dopo avrei qualche interessante suggerimento.-

            Matt Murdock contrae le labbra, chiude il fascicolo che stava esaminando ed alza il viso nella direzione della voce di lei.

-Ho già un impegno per cena.- risponde –Sarà qui tra poco ed anche i tetti aspetteranno, per un po’, temo.-

            Il volto di Natasha rimane impenetrabile, mentre risponde

-Sarà per un’altra volta…. Matt… se ti serve aiuto con quella storia dei terroristi, io sono qui.-

-Apprezzo l’offerta Natasha, credo di aver bisogno di tutto l’aiuto disponibile e mi sto già dando da fare al riguardo..-

-Io ci sono sempre per te, Matt, lo sai.-

-Lo so e l’apprezzo ‘Tasha, ma ora scusami, sento che la mia compagna sta arrivando e non credo che apprezzerebbe il trovarti qui.-

            Ma sta già parlando ad una stanza vuota in cui rimangono solo le tracce di un profumo che si sta disperdendo nel vento. Matt sorride, si infila gli occhiali scuri e si alza in piedi. Ha già indossato la giacca, quando sente il campanello.

 

 

3.

 

 

            Terrore, Yelena Belova prova solo terrore, mentre l’uomo di nome Khaled Ayubi parla con accento da fanatico.

-Il fuoco purificatore distruggerà tutto. Un fuoco atomico e tu non puoi farci niente, stupida donna. L’hanno chiamato Inferno 42, non chiedermi perché, un composto instabile che, se esposto all’aria esplode, consumando un’intera città in meno di cinque minuti, una devastazione che nemmeno tutte le armi atomiche lanciate simultaneamente sullo stesso bersaglio potrebbero eguagliare. Mio fratello Wajid è già partito a quest’ora e nessuno può fermarlo, nessuno!-

            Yelena rimane sconcertata. Ha detto la verità? E se si, cosa può farci lei? Non lo sa, ma non può accettare l’idea di arrendersi. Fissa l’uomo con odio, mentre lui dice:

-Puoi anche uccidermi, scrofa occidentale, ma non cambierai il fato dei tuoi compatrioti.-

            Yelena, attiva il suo caricatore da polso e l’uomo prende in pieno volto una dose ad alta concentrazione del “morso di Vedova”, poi, con un grido strozzato, cade al suolo.

-Te l’avevo detto.- gli si rivolge Yelena –Io sono la Chyornaya Vdova, la Vedova Nera e sono mortale e spietata come il ragno mio omonimo, specialmente con i nemici della mia patria.-

            Ha avuto una ben magra soddisfazione, ora deve pensare a cosa fare. Il pendaglio al suo collo vibra: un messaggio dei suoi superiori, quale che ne sia il motivo, spera di avere ancora una possibilità di fermare l’Inferno.

 

            Stiamo cadendo lungo uno scivolo che sembra non finire mai, poi, ecco il fondo e sia io che Black Jack Tarr veniamo, poco delicatamente, scaricati sulle poltrone di … un teatro? Mentre una specie di cintura d’acciaio scatta ad imprigionarci, Tarr esclama:

-Ma che #@ç§ sta combinando quel f#§@*to robot?-

            Ed ecco il piccolo Brynocki in smoking nero comparire sul palco…

-Ladies and gentlemen, tutto per voi, reduce dai trionfi di Londra. Parigi, Monaco e New York… il solo e l’unico…. MORDILLO!-

            Non è possibile, eppure è proprio lui.: alto, occhi da pazzo, sorriso sadico, ma io stesso ho visto la sua arma laser consumarlo finché non ne è rimasto che lo scheletro.[3] Non può essere vivo, eppure lo è.

-È davvero un piacere rivedervi dopo tanto tempo, signori.- dice –Mi dispiace essere stato assente così a lungo, ma, che volete farci, sono stato morto per un bel po’… ora sto meglio, però.-

-Non so come hai fatto a tornare dalla tomba…- sbotta Tarr -.. e nemmeno m’importa, perché se riesco a metterti le mani al collo, ti faccio morire una seconda volta.-

-Oh no, Mr. Tarr, è più facile che siate voi a morire ed è quello che accadrà, a voi due e poi a quel patetico Clive Reston a quella sgualdrina di Leiko ed a chiunque altro mi piacerà- s’interrompe per un attimo e ci guarda con un sorriso sornione –Ma non sia detto che io non sia sportivo, non sarebbe molto leale uccidervi mentre siete indifesi, indegno di me, direi.-

            Uno schiocco di dita e siamo liberi, io e Tarr ci scambiamo sguardi guardinghi e sospettosi. Mordillo continua:

-Avrete una possibilità, alquanto labile, lo ammetto, ma l’avrete… là fuori, se saprete superare il pericolo dei….MORTALI GIOCATTOLI DI MORDILLO!-

            E ride come il pazzo che è.

 

 

4.

 

 

            Non crescono fiori nel Bronx, o almeno così dicono, ma Elektra non vuole crederci. Una parte di lei si considera ormai aldilà di ogni redenzione, ma un’altra vorrebbe conservare la speranza anche contro ogni logica. Entra dal lucernario di un appartamento che è il meglio che le sue entrate cospicue possono permetterle. Senza far rumore socchiude la porta della camera da letto ed osserva Nina McCabe che dorme.

            Non avrebbe mai dovuto permetterle di vivere con lei, di condividere una vita in cui la morte è una costante compagna, ma ogni tanto è bello cedere all’egoismo, sapere di non essere sola. Con pochi gesti si libera del costume rosso, che, assieme a guanti, stivali e bandana è a terra ora e lei entra nella doccia, lascia scorrere l’acqua, come se potesse lavar via ogni cosa del suo passato, ma sa che quando sarà finita e l’acqua sarà scomparsa nello scarico, ci saranno sempre macchie che non andranno mai via, quelle del suo spirito.

            Ha accettato questo fatto, ha fatto una scelta consapevole e sapeva che non ci sarebbe stato modo di tornare indietro. Ha scelto ed ogni giorno ne paga il prezzo.

            Si stende sul letto ed aspetta un sonno che forse non verrà mai ed intanto pensa al prossimo incarico, alla prossima ricompensa, ad un cerchio senza fine di violenza.

 

            Chiamatemi Reston, Clive Reston, se volete. Sono un uomo d’azione, un agente segreto che alterna qualche serata in un locale alla moda sorseggiando cocktail Martini agitato e non mescolato, condividendo la compagnia di qualche bella donna di tanto in tanto e salvando il mondo da pazzi megalomani quando capita. Come? Vi sembra familiare? Avete visto troppi film, forse. In realtà la mia vita non è poi così idilliaca. Le donne? Mio padre ne ha avute tante, forse, ma io… beh, mi do da fare, lo ammetto, ma c’è questa ragazza bionda che… e poi c’è Leiko, che sarebbe anche la ragazza di un vecchio amico come Shang Chi, ma che è, come dire, molto disponibile ultimamente ed io non sono nato per resistere a certe tentazioni. Ma temo di stare divagando, il punto della situazione attuale non sono le curve di Leiko, che sono sempre un discorso interessante in ogni modo, ma il destino del mondo, pensate un pò. Mentre vedo Leiko infilarsi una tutina aderente che avrebbe fatto morire d’invidia Emma Peel,[4] ripenso al nostro problema: se l’uomo chiamato Wajid Ayubi raggiunge il suo obiettivo, dovunque sia, e libera l’Inferno 42 milioni di persone moriranno, ma quell’uomo è su un aereo diretto verso Mosca e, quindi, come fare a fermarlo?

-Tu hai qualche idea Clive?- mi chiede Leiko e si volta invitandomi così a tirar su la lampo della sua tuta.

-Neanche una tesoro.- replico –Spero che quei cervelloni dello S.H.I.E.L.D. abbiano un buon piano, perché non vedo grandi vie d’uscita.-

         Un discreto bussare alla porta ed ecco un agente dello S.H.I.E.L.D. con le attese notizie. Finito il suo discorsetto, Leiko mi chiede:

-Tu che ne pensi Clive?-

-Che vuoi che ti risponda, penso che sia pazzesco, ma non abbiamo molta scelta, ti pare?-

         Nessuna scelta.

 

         Nella Fortezza di Honan, Fu Manchu muove un pezzo sulla scacchiera.

-Scacco.-

È il suo unico commento, mentre un sorriso sinistro gli si disegna sul volto.

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

Ebbene ecco terminata anche questa storia, i più attenti di voi si saranno accorti che non è ancora finita, portate pazienza un altro mese e sarete ricompensati.

Ed ora, un po’ di note:

1)       L’apparizione di Natasha e Matt Murdock è successiva a Devil #31. Vi annuncio che Natasha sarà coinvolta nelle indagini a favore della difesa degli imputati per l’attentato al Radio City Music Hall di cui al suddetto Devil #31, aspettatevi, quindi, molta cross continuity tra le due serie per un po’, spero che non vi spiaccia.

2)       L’Inferno 42, un composto altamente esplosivo che deflagra spontaneamente se esposto all’aria per almeno 30 minuti consecutivi, è una creazione dell’Hydra, o più precisamente dell’A.I.M., all’epoca il loro braccio scientifico, ed è apparso per la prima volta nel serial di Capitan America su Tales of Suspense #75/76 (Capitan America, Corno #5/6), incidentalmente anche la prima apparizione dell’agente 13, Sharon Carter. L’Inferno 42 è così potente, che una minima quantità basta a ridurre in cenere una città come New York

3)       Spero che abbiate gradito la riapparizione di Elektra in queste pagine, perché la rivedrete ancora e per bel un po’

Nel prossimo episodio: poche ore per salvare una città ed una difficile decisione da prendere, il destino è nelle mani di Clive Reston, Leiko Wu e Yelena Belova. In più, beh devo dirvi tutto io? -_^

 

 

Carlo



[1] Un riassunto alquanto stringato di Marvel Special Edition #15 (Shang Chi Maestro del Kung Fu #1), la prima apparizione di Shang Chi

[2] nello storico Daredevil #83 (Devil, Corno, #82)

[3] In Master of Kung Fu #35 (Shang Chi #18)

[4] Spero che sappiate tutti chi è -_^